A
CASTELMAGGIORE LA MARATONINA DEI RECORD.
PERCORSO
VELOCE, DISTANZA CERTA: PER I RUNNER E’ VERA GLORIA
Piccoli
accorgimenti per sfruttare al meglio il nostro crono
di
Antonio Apruzzese
Non
c’è trucco, non c’è inganno. Per i tanti runner che aspettano l’appuntamento
invernale con la mezza di Castelmaggiore si tratta di vera gloria. Molti
battono qui il loro record personale; ma, a dispetto di qualche commento
scettico, la distanza c’è tutta.
Lo
scorso 17 dicembre il crono è stato importante per i primi due della
classifica: in primis per il marocchino Abdelhamid Ez Zahidy, che ha vinto con
un signor 1.09.13. Sotto l’1.10 anche il secondo classificato Emanuele
Generali, staccato di una dozzina di secondi. Ben 33 gli altleti che sono stati
sotto 1.20 e in 64 sotto 1.25. “E’ una maratonina molto veloce, tutto qui.
Anche quest’anno molti podisti hanno fatto segnare il loro miglior tempo. Poi
molto ha fatto una splendida giornata dal punto di vista meteo”, dice il
presidente della Polisportiva Progresso, Vincenzo Ferrone, che organizza la
gara.
Il
percorso è stato omologato Fidal nel 2106. Quest’anno gli organizzatori si sono
concessi il lusso di portare la linea di partenza una decina di metri più
avanti per avere una layout migliore, ma si è trattato di un peccato veniale
che non ha inciso in modo significativo sui tempi.
Del
resto molti crono hanno fatto registrare distanze diverse, molto spesso anche
superiori ai classici 21,097 metri (quello dello scrivente è andato oltre
i 21.200). Le perplessità dei runner sono dunque proprio spesso causate da
questi riscontri mai univoci.
“I
nostri strumenti registrano tutto lo spazio percorso dall’utente. Infatti,
differentemente dalla distanza dichiarata dagli organizzatori, una gara più
essere più lunga o più corta per chi la affronta se, per esempio, non si segue
la linea ufficiale di percorrenza, fermo restando che lo start e lo stop
vengano pigiati nella reale concomitanza dell’arrivo e partenza”, spiega
Francesco Lojacono della Customer Care Division Garmin Italia S.r.l. “I sorpassi,
gli sbandamenti, le tangenti sono alcune delle variabili che possono cambiare
la rilevazione della distanza in più o meno. Tante di queste circostanze, anche
se di poca entità, possono fare la differenza. E’ incredibile scoprire quanti
metri in più o in meno si possono correre a fine competizione”.
Qual
è il margine di errore nella misurazione? “Si tratta di un errore dichiarato di
5 metri come da standard Usa per tutti gli strumenti ad utilizzo civile.
E’ un margine che vale per tutte le distanze, da un 10mila ad una maratona”.
Resta
il problema delle misurazioni diverse. Quali sono le condizioni che le possono
provocare? “Oltre al fatto che esistano prodotti con antenne e griglia di
ricezione più o meno performanti – aggiunge Lojacono - dipende dal tipo di
modello: c’è chi utilizza solo il Gps, chi il Gps + Glonass (un sistema
satellitare russo, che aumenta i satelliti disponibili), chi la ripetizione
orizzontale del segnale su vecchi modelli, chi corre a ridosso di superfici
riflettenti e chi invece sta più al centro della carreggiata migliorando la
ricezione, chi si avvicina troppo ad antenne cellulari o caserme o
laghetti/stagni. La rilevazione satellitare ha dei vincoli fisici, le onde sono
più dirette dove il segnale è ovviamente più pulito. Poi le distorsioni sono
sempre possibili: per questo noi in gara suggeriamo, se possibile, un
registrazione ogni secondo con attivati sia il sistema Gps che Glonass. I
nostri algoritmi tendono a migliorare le distorsioni esterne”.
Detto questo, l’accorgimento più comune da osservare in attesa della
partenza è attivare subito il crono e mettere il prodotto in modalità di
timeout
energetico prolungato: così il profilo “corsa” dopo alcuni minuti non
tornerà in modalità orario ed il fix satellitare non dovrà essere ricalcolato
nuovamente.
Il resto è solo nella gambe e lì non ci sono satelliti che tengano…